venerdì 29 giugno 2007




Trama:

Nell'anno 1193 AC, Agamennone, re dei Greci, ha il dominio della maggior parte del mondo civilizzato. Solo la città di Troia, conosciuta per le sue potenti mura di difesa, rimane intoccabile.
Quando il giovane principe di Troia,
Paride (interpretato da Orlando Bloom), rapisce la bella Elena portandola via al marito, Menelao, re di Sparta, convince il fratello Agamennone ad usare l'accaduto come pretesto per attaccare ed impossessarsi di Troia.
Achille e i suoi guerrieri, reclutati da Agamennone, svolgeranno un ruolo cruciale nell'invasione,sebbene contrastati dall'esercito dei troiani comandato da Ettore.
La storia inizia con una battaglia che 2 eserciti vanno a combattere, schierati in una piana, per il dominio della Tessaglia. Ma per risparmiare centinaia dei propri guerrieri (riccamente equipaggiati con armature di tipo arcaico, anche se di disegno complesso) , i 2 re mettono in campo il loro campioni, a cui viene affidato il compito di vincere lo scontro.
Al colossale avversario messo in campo dall'esercito avversario, quello di Agamennone vorrebbe contrapporre Achille, che però è assente. Lo vanno a cercare e lo trovano addormentato in una tenda, assieme a 2 ragazze con cui ha passato la notte.
Si veste e arriva, rimproverato aspramente, al campo di battaglia. Al ragazzino che gli ha detto: "il loro campione è l'uomo più grosso che abbia mai visto. Non lo affronterei mai', Achille risponde: 'per questo il tuo nome non sarà mai ricordato'. Oramai schierati entrambi, si arriva presto allo scontro. l'enorme guerriero che affronta Achille è un colosso pieno di cicatrici, dal cranio pelato e muscoli impressionanti, senza corazze protettive. Lancia 2 giavellotti ad Pelide, che vengono facilmente evitati, poi l'eroe gli salta addosso e lo uccide con un preciso colpo di spada. La vittoria è per Agamennone, Achille ha vinto quasi con indifferenza.
Durante i colloqui di pace tra greci e troiani nasce l'appassionata relazione tra Paride e Elena, la moglie di Menelao, fratello di Agamennone. Quando il giorno dopo la partenza Paride chiede ad Ettore se gli vuole bene, sembra che nasconda qualcosa di terribile da dirgli, e infatti dalla stiva della nave esce Elena, che è fuggita con lui. A quel punto il guaio è fatto, e la giornata, che appariva propizia alla navigazione, diventa all'improvviso una tragedia.
Tornare indietro è l'unica soluzione, ma questo non accade, nonostante sia stato inizialmente deciso di fare così. Alla fine la flotta arriva a Troia con la regina greca. I Troiani accolgono i loro ambasciatori con giubilo, ma con Elena sono indecisi sul da farsi, sanno che le loro mura li proteggeranno da qualunque attacco ma anche che i greci arriveranno per vendicare l'affronto. Infatti, oramai la decisione tra Agamennone e Menelao è stata presa: quella di muovere guerra a Troia, e tutto sommato Elena è una scusa.
Achille viene avvertito dalla madre: lui può scegliere se vivere a lungo restando in patria o andare a cercare la gloria e morirvi dopo averla trovata. Lui, guerriero che disprezza la sua vita e cerca la gloria eterna, sceglie la seconda, e con 50 dei suoi fedelissimi attacca le spiagge di Troia per primo, nella mattina in cui la flotta achea arriva in vista della costa. Si tratta di una flotta immensa, ancorché composta da vascelli arcaici, in tutto sono oltre 1000 scafi che navigano in una formazione compatta, e poi si arenano direttamente sulle spiagge, dove fungeranno da caserme. ma nel frattempo, la nave del Pelide è già spiaggiata.
Achille e i suoi vengono accolti da nugoli di frecce ma riescono ad organizzarsi con i loro grandi scudi, avanzano fino ad uccidere gli arcieri nemici, poi massacrano gli altri guerrieri (nel film chiamati 'soldati') e conquistato il tempio di Apollo, lo razziano e per spregio decapitano anche la statua che v'è innanzi. I sacerdoti sono uccisi, tranne Briseide, cugina di Ettore, il fiero difensore di Troia, primogenito figlio di Priamo.
Proprio lui arriva al galoppo con la sua cavalleria, ma commette l'errore di entrare nel tempio smontando da cavallo, e i suoi vengono massacrati dai fortissimi greci. Achille lo vede battersi con grande valore e alla fine gli intima di scappare via, che non è ancora l'ora di morire. Ettore se ne và, mentre Achille viene raggiunto dagli altri greci, tra cui Aiace, Menelao e Agamennone, felici della vittoria che ha ricacciato i troiani ,in un giorno appena, dentro le loro mura.
Ma Achille non è, stranamente, soddisfatto. Lui è mosso da sentimenti oscuri e dal disprezzo della vita rispetto alla gloria. La schiava Briseide che ha catturato, ex-sacerdotessa di Apollo, intreccia con lui dialoghi sull'amore per gli dei e l'orrore della guerra.
Il giorno dopo i greci attaccano le mura di Troia, convinti che possano sfondare le difese nemiche. Ma i troiani sono pronti ad accoglierli. Arrivano al confronto i 2 campioni, Menelao e Paride. Il colossale Menelao, inveendo contro Elena che era agli spalti, sconfigge Paride e lo avrebbe certamente ucciso, senonché Ettore lo difende e uccide il greco con un colpo di spada. A quel punto si scatena la battaglia: i greci attaccano, ma gli arcieri ne fanno strage e li costringono alla ritirata. La lotta non diventa disfatta perché gli arcieri greci cominciano a bersagliare i fanti troiani dalle retrovie, al che Ettore, che nella battaglia ha ucciso anche il colossale Aiace, decide che è sufficiente.
Achille non ha partecipato alla battaglia per via che egli è adirato con Agamennone, che vigliaccamente gli ha tolto Briseide e l'ha data ai soldati della truppa. Prima che la marchino a fuoco, però, lui arriva e la riprende con la forza.
Tra Achille e Briseide scoppia la passione, che viene consumata nella tenda di lui nell'

accampamento greco.
I troiani nel frattempo decidono di contrattaccare i greci, per cacciarli via anche dalle spiagge. La battaglia inizia con il lancio di frecce incendiarie sulle dune della spiaggia: quella che sembra un'azione senza senso diventa chiara poco dopo, quando vengono lanciate dai versanti balle di fieno e sostanse incendiarie, che una volta passate sopra le frecce ancora accese, piombano come meteore nell'accampamento avversario. Ore dopo avviene la battaglia, che vede Ettore confrontarsi anche con Achille, fino a che il troiano lo ferisce mortalmente. Ma poi scopre che invece è Patroclo, l'amato cugino di Achille, che impaziente di battersi, ha indossato la sua armatura. La battaglia finisce lì, con gli schieramenti che si ritirano delusi e senza successo.
Achille, appena saputo della notizia, arriva sotto le mura di Troia e urla ad Ettore di venire fuori. Il principe troiano saluta l'amata moglie e il figlio, e esce davvero, confrontandosi con Achille in un'epico duello. Alla fine viene ucciso, e Achille lo porta al suo campo legato dietro il carro. La notte, nella tenda, del Pelide arriva Priamo, che supplica Achille di ridargli il figlio morto perché possa dagli esequie adatte. Lui, commosso dal coraggio e dalle suppliche del re, acconsente.
I Greci non sanno più che cosa fare, ma ad Ulisse, vedendo un soldato che intaglia un piccolo cavallo di legno, viene un'idea. Una mattina le spiagge sono rimaste deserte, tranne alcuni greci morti apparentemente di peste, mentre un'enorme cavallo di legno resta tra i relitti di alcune navi, e pare che sia un'offerta a Posidone per un ritorno sicuro a casa.
A quel punto i troiani,nonostante qualche dissenso, lo portano dentro le mura, ma non sanno che è una trappola. I greci, nle frattempo, si sono nascosti con la flotta in un'insenatura. Un cavaliere troiano li vede, sgomento, ma prima che possa fuggire a dare l'allarme viene colpito da delle frecce. Il destino si decide in tal modo.
La notte i greci escono dal cavallo, attaccano le sentinelle e aprono la porta alla massa di soldati sbarcata nel frattempo. È un successo pieno, e Troia viene data alle fiamme. Arriva anche Achille, alla ricerca di Briseide, che era tornata con Priamo a Troia.
Priamo viene ucciso da Agamennone, mentre nel frattempo alcuni troiani scappano da un passaggio segreto verso il mare. Ad uno di loro viene data la spada dei re di Troia, usata senza successo da Paride contro Menelao. Il giovinetto si chiama Enea.
Briseide sta per essere uccisa da Agamennone ma lo uccide con un pugnale. Arriva Achille giusto in tempo per evitare che anche lei venga uccisa dai soldati greci, ma dopo averla liberata viene colpito al tallone, trafitto da una freccia di Paride, che nonostante le suppliche di Briseide, contina a colpirlo fino a quando lo uccide con almeno 4 frecce al petto. Il suo destino è compiuto, come gli aveva predetto la madre.
Troia è in fiamme, e il mattino dopo un'alta pira viene eretta in una delle piazze anche per Achille. Mentre il fuoco brucia alto nel cielo, si sente fuori campo la voce di Omero che canta le gesta di questi uomini che si sono battuti a Troia.
















Nessun commento: